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COS’E’ IL TRAUMA CRANICO (TCE)
Il trauma cranio encefalico (TCE) è causato da un colpo diretto al capo, tale da provocare un danno al cervello che può portare al “coma”.
Il coma è uno stato di incoscienza caratterizzato dall’incapacità di avere contatti con l’ambiente circostante e l’impossibilità di ottenere reazioni volontarie da parte della persona. La persona in coma ha gli occhi chiusi, non è in grado né di parlare, né di compiere movimenti su richiesta.

La persona con TCE
Gli esiti del TCE variano molto da persona a persona: vi possono essere problemi motori (nel camminare o nell’equilibrio), disturbi cognitivi (compromissioni della memoria, dell’attenzione, del linguaggio e della consapevolezza) e comportamentali (agitazione, aggressività, apatia e perdita di interesse). Riconoscere e comprendere le conseguenze dell’evento traumatico è molto importante, ciò permette di non cadere dell’errore di attribuire le difficoltà che la persona presenta alla sua mancanza di volontà, poco impegno o interesse.
La persona ed i familiari devono essere informati sugli esiti causati dal TCE ed aiutati a riconoscere queste difficoltà, come anche a trovare delle strategie per affrontarle senza spaventarsi eccessivamente di fronte a situazioni insolite e dolorose dal punto di vista emotivo, relazionale e comportamentale. A volte la persona recupera bene i movimenti del corpo, ma ha problemi di memoria e di comportamento, a volte invece presenta dei disturbi fisici di difficile gestione (per esempio un forte tremore).
La ricerca scientifica oggi ci dice che il cervello è plastico: tende cioè a modificarsi e a
riorganizzarsi attraverso l’esperienza: dopo una lesione tutto il sistema di reti e di connessioni cerebrali tende a riorganizzarsi per rispondere come meglio può alle sollecitazioni dell’ambiente.
Questo è un processo molto lungo e lento e talvolta può portare a miglioramenti inaspettati anche nei casi più gravi e complessi.
Gli esiti di un TCE non coinvolgono solo la persona che ha subito il trauma, ma tutta la sua famiglia, oltre che la rete amicale, professionale e sociale. E’ molto difficile sapere quanto e quando la persona che ha subito un TCE recupererà. Questa incertezza implica una difficoltà nel costruire le basi per un nuovo progetto di vita tanto per la persona con TCE quanto per la sua famiglia. Gli studi pubblicati in ambito scientifico sostengono che se il coma è stato di lunga durata e la ripresa subito dopo il risveglio molto lenta, anche le possibilità di recupero sono più lente e complesse.
La famiglia della persona con TCE
Gli esiti di un TCE non coinvolgono solo la persona che ha subito il trauma, ma tutta la sua
famiglia, oltre che la rete amicale, professionale e sociale. E’ molto difficile sapere quanto e quando la persona che ha subito un TCE recupererà. Questa incertezza implica una difficoltà nel costruire le basi per un nuovo progetto di vita tanto per la persona con TCE quanto per la sua famiglia. Gli studi pubblicati in ambito scientifico sostengono che se il coma è stato di lunga durata e la ripresa subito dopo il risveglio molto lenta, anche le possibilità di recupero sono più lente e complesse.
Un evento improvviso e violento come il TCE colpisce gravemente gli equilibri, l’organizzazione e le risorse della famiglia. I familiari possono provare shock e paura, rabbia o senso di colpa; alcuni non riescono a rendersi conto di quanto è accaduto e tendono a negarne la gravità; è molto frequente un senso di isolamento, legato alle difficoltà pratiche di gestire la situazione, ma anche alla sensazione che nessuno possa capire quello che si prova. Si tratta di sentimenti ed emozioni normali in queste situazioni dei quali è importante poter parlare con altri familiari ed amici, ma anche con chi si occupa del proprio caro.
In situazioni come queste è fondamentale prendersi cura di sé, per quanto possibile, e accettare l’aiuto che può venire dagli altri. Un importante supporto può venire dai gruppi per i famigliari e dalle associazioni che offrono sostegno e consulenza, oltre che informazioni e consigli su servizi e risorse del territorio.
Cura e riabilitazione
Il percorso della persona con TCE si può suddividere in varie fasi:
  1. Fase Acuta
  2. Fase Post-Acuta Precoce
  3. Fase Post-Acuta Tardiva
  4. Fase degli Esiti

FASE ACUTA | Ospedalizzazione.
La persona è ricoverata in un reparto di cure intensive (rianimazione o neurochirurgia). Gli obiettivi principali sono la salvaguardia della vita, la protezione da possibili complicazioni e il contenimento dei danni.

FASE POST-ACUTA PRECOCE | Ospedalizzazione/Riabilitazione. Ha come scopo il recupero del maggior livello di autonomia possibile. Inizialmente la persona può essere ricoverata in una struttura di riabilitazione intensiva per ridurre le menomazioni e riprendere gradualmente le capacità necessarie a svolgere le attività della vita quotidiana.

FASE POST-ACUTA TARDIVA | Riabilitazione ambulatoriale. Dopo la dimissione da questa
struttura, la riabilitazione prosegue con l’obiettivo di recuperare attività più complesse (ad esempio la gestione delle risorse finanziarie, l’uso dei mezzi di trasporto, la gestione della casa); in questa fase anche le persone che si prendono cura del malato vengono preparate ad assisterlo e aiutarlo dal personale sanitario del reparto.

FASE DEGLI ESITI | L’obiettivo di questa fase è il reinserimento sociale del paziente, in famiglia o in strutture protette e la ripresa, per quanto possibile, delle attività di studio, di lavoro e di tempo libero. La riabilitazione può proseguire in ambulatorio, in day-hospital o in un centro specializzato per alcuni periodi.

La riabilitazione è dunque un insieme di interventi, non solo sanitari ma anche sociali, che aiutano la persona a raggiungere la migliore qualità di vita, il maggior livello di autonomia e di inclusione sociale possibili. Gli interventi possono comprendere fisioterapia (per affrontare i problemi motori e gestuali), logopedia (per i disturbi del linguaggio), terapia occupazionale (per il recupero dell’autonomia nelle attività quotidiane),riabilitazione neuropsicologica (per superare le difficoltà cognitive e comportamentali), sostegno per il reinserimento sociale e lavorativo.

La Grave Cerebrolesione Acquisita
Per Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA) si intende un danno cerebrale, dovuto a trauma cranioencefalico (ad es. da incidente della strada) o ad altre cause (anossia cerebrale, emorragia, etc.), tale da determinare una condizione di coma, e menomazioni sensomotorie (ad. es. paralisi), cognitive (ad es. disturbi della memoria) o comportamentali (ad es. difficoltà nel controllo delle emozioni), che comportano disabilità di vario grado e difficoltà di reinserimento sociale, scolastico o lavorativo. Le GCA colpiscono spesso giovani e adulti in piena età scolastica o lavorativa.
La grave cerebrolesione acquisita (GCA) colpisce ogni anno dai 200/300 italiani ogni 100.000 abitanti (Apolone et al., 2007).
Una persona affetta da grave cerebrolesione acquisita necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori o neurochirurgici di durata variabile da alcuni giorni ad alcune settimane.
Nella maggior parte dei casi, dopo la fase di ospedalizzazione, permangono sequele che rendono necessari interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine, volti ad affrontare menomazioni e disabilità persistenti, e difficoltà di reinserimento familiare, sociale, scolastico e lavorativo.
Il numero di persone che presentano tali problemi è in costante aumento, tanto che le gravi cerebrolesioni rappresentano una delle cause principali di disabilità fisica, cognitiva, psicologica e una delle più importanti limitazioni alla partecipazione sociale nelle persone in giovane età (Apolone et al., 2007).
Le gravi cerebrolesioni determinano spesso un drammatico cambiamento dello stile di vita della persona che ne è affetta, nonché profondi sconvolgimenti dell’intero nucleo familiare e costi molto elevati, sia a carico dell’individuo che della società.
(FONTE: 3° CONFERENZA NAZIONALE DI CONSENSO, 2010 | SIMFER, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa)

Dall’esperienza dell’associazione maturata in anni di lavoro, si è delineato come il reinserimento della persona con GCA nella comunità si svolge in maniera rilevante attraverso l’inserimento in contesti sociali e lavorativi. La caratteristica di chi subisce una cerebrolesione acquisita è l’interruzione di un piano di vita spesso soddisfacente e produttivo. In molti casi la persona, quando torna a casa dopo il periodo di ospedalizzazione della fase acuta, si trova a dover accettare una nuova condizione di vita, caratterizzata da disabilità medio-grave, con compromissioni cognitive, sensoriali, motorie. In tal senso riveste una notevole importanza la consapevolezza delle conseguenze che la compromissione di determinate funzioni provoca nella vita quotidiana, lavorativa, sociale e famigliare. Ciò in quanto la persona non nasce con una specifica condizione di disabilità ma lo diviene nel corso della vita e deve essere accompagnata ad accettarla, lavoro che i soci e gli operatori di Daccapo svolgono da anni.